QUANDO VLADIMIR LENIN FREQUENTAVA CAPRI

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Lenin gioca a scacchi contro Bogdanov, con Gorki che guarda i due sfidanti

QUANDO VLADIMIR LENIN FREQUENTAVA CAPRI

Cent’anni fa, su un terrazzo della paradisiaca Villa Blaesus di Capri, Vladimir Lenin giocava a scacchi con i socialisti Alexander Bogdanov e Maksim Gorki. Nessuno avrebbe mai immaginato che in quel momento si stavano incontrando gli uomini che, pochi anni dopo, sarebbero stati protagonisti della nascita dell’Unione Sovietica.

Eppure sembra strano. Come è possibile che l’Isola Azzurra, la meta del turismo più lussuoso, abbia accolto il padre della rivoluzione proletaria fra i fiori, i faraglioni e il mare azzurro che oggi vedono avvicendarsi i più famosi ricchi del pianeta?

Un rifugio politico

Napoli, si sa, ha avuto storicamente legami stretti con il popolo russo E lo scrittore Maksim Gorki si ricordò bene di questa amicizia storica con il mondo partenopeo: nel 1905, quando fu esiliato dalla Russia per il suo sostegno alla causa bolscevica, scelse come prima casa una villa a Marina Piccola.

Una volta trovato il suo piccolo paradiso, decise di circondarsi di intellettuali, artisti e rivoluzionari russi in fuga. Il suo sogno era quello di creare la “Scuola di Capri”, una vera e sede operativa per formare i nuovi rivoluzionari nella cornice incantevole del Golfo di Napoli.

Erano tempi stranissimi per gli umili pescatori capresi, che erano abituati ad ascoltare le parole dei turisti inglesi e francesi, che già da tempo frequentavano l’isola, ma che rimanevano sorpresi nel vedere le loro spiagge frequentate da uomini dai lineamenti duri e dall’accento slavo.

Nel frattempo, Napoli viveva il suo periodo d’oro dell’arte: la città si innamorava dei versi di Salvatore Di Giacomo, Russo, Nicolardi, mentre Caruso pubblicava i suoi primi dischi in America. Tutta cultura che affascinò Gorki, che cominciò a studiare il folklore locale e girò per l’Italia intera, oltre a frequentare personalmente artisti come Scarpette e Bracco. Fu così suggestionato da pubblicare il libro “Fiabe d’Italia”.

Scacchi e spionaggio

Gorki invitò Lenin a visitare Capri per “rimanere incantato dalle sue bellezze”: il rivoluzionario non se lo fece ripetere due volte e partì per Napoli, anche perché voleva cercare di controllare di persona la “scuola dei rivoluzionari” che Gorki stava creando.

Fu così che, giunto nella bellissima villa, sfidò i suoi avversari ad una leggendaria partita a scacchi in cui, oltre alla gloria, si giocava il destino della rivoluzione socialista. Ancora oggi nell’isola azzurra si celebra un torneo di scacchi intitolato a Vladimir Lenin). Si racconta che Lenin fosse un giocatore impetuoso e rabbioso, che insultava l’avversario e urlava. Almeno finché non perdeva: in quel momento cadeva nel mutismo. Gorki diceva di lui: “Quando perde si rattrista come un bambino!” Non si sa chi vinse quel match, ma la Storia russa di certo incoronò Lenin.Durante quella visita era presente, in segreto, anche una spia dei servizi segreti britannici:il governo inglese stava infatti seguendo di nascosto le azioni Lenin a Capri. L’isola era infatti frequentata anche da moltissimi tedeschi, fra cui la famiglia Krupp, che erano potenti produttori di armi: gli inglesi temevano che i rivoluzionari russi potessero stringere accordi segreti con i prussiani.

Cosa rimane oggi?

Lenin è morto quasi un secolo fa, ma “vive” ancora nel cuore del Golfo di Napoli. Tornò una seconda volta a Capri, nel 1910, e fece amicizia con i pescatori dell’isola, imparò a pescare assieme a loro e poi si dedicò allo studio della cultura locale: visitò anche Pompei e Napoli.

Ed oggi rimane il suo busto nei giardini di Augusto, che guarda gli yacht ormeggiati vicino ai Faraglioni, mentre Marina Grande viene invasa da turisti con i portafogli pieni.

Federico Quagliuolo

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