Grande Eurasia: verso uno sforzo comune che garantisca un’ampia coesione internazionale, equa e inclusiva, con obiettivi concreti

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Lo svolgimento del Forum Economico Eurasiatico di Verona a Baku segna un’evoluzione frutto del lavoro svolto nelle edizioni precedenti. Da oggi in poi il Forum si terrà in altre città della macroregione, seguendo l’esempio azerbaigiano che persegue una politica di cooperazione multilaterale.

La persona umana deve essere posta al centro dello sviluppo economico e diventare prioritaria. Non bastano altisonanti slogan che rimangono senza seguito, in un contesto geopolitico sempre più multipolare.

La Grande Eurasia ha un enorme potenziale. Il compito del Forum è quello di metterlo al servizio di uno sviluppo creativo pacifico, superando logiche egemoniche e mobilitando gli attori internazionali.

La XV edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona quest’anno si è svolta a Baku. Desideriamo esprimere, pertanto, la nostra sincera gratitudine alle autorità e ai colleghi azerbaigiani per la loro cordialità, ospitalità e assistenza nella preparazione e organizzazione dell’evento.

Lo svolgimento del Forum Economico Eurasiatico a Baku apre una nuova pagina nella sua storia. Nel corso di un decennio e mezzo, il Forum è diventato una piattaforma molto importante, necessaria, autorevole per la comunicazione e il dialogo tra imprenditori, rappresentanti dei governi e la comunità di esperti di decine e decine di Paesi in vari Continenti.

Nel tempo, infatti, il Forum ha ampliato molto i suoi orizzonti. Nei primi anni venivano coinvolti solo pochi Paesi, ma ora la sua portata è cresciuta esponenzialmente. Tutti coloro che credono nella Grande Eurasia si sforzano di condividere le proprie esperienze, progetti, approcci, opportunità e richieste, indipendentemente dall’area di appartenenza nella nostra “macroregione”, che va dall’Europa e dal Grande Medio Oriente al Sud-Est Asiatico, dalla Transcaucasia e Asia Centrale alla Regione Indo-Pacifica. Quest’anno, ad esempio, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere l’opinione dei nostri colleghi di Mongolia, India, Cina e altri Paesi.

L’agenda del Forum Economico Eurasiatico di Verona ha subito un’evoluzione simile. All’inizio, il tema centrale era la situazione in campo energetico, a partire dal tema della sicurezza, e della cooperazione nel quadro della Grande Europa, cosa che, purtroppo, è ancora in corso e dev’essere rafforzata. Oggi, invece, diamo la priorità al futuro dell’energia. Diverse sezioni sono state dedicate a questo tema nel corso dei panel che si sono succeduti qui a Baku. Non meno attenzione abbiamo dedicato alle discussioni su tematiche quali finanza, tecnologie, industria, trasporti e logistica. In un senso più ampio, abbiamo parlato del futuro del mondo, del peggioramento delle relazioni internazionali, del posto dell’uomo nel mondo odierno e della preoccupazione per il suo benessere, di un’agenda climatica realistica e del nuovo modello emergente dello sviluppo socio-economico, nonché della sua incompatibilità con logiche irresponsabili e opportunistiche nella gestione degli affari internazionali.

La natura rappresentativa del Forum Economico Eurasiatico di Verona, e la sua fondamentale importanza per tutta la “macroregione” delle questioni che stiamo discutendo, ci consentono di rivolgerci ai nostri Paesi e ai nostri popoli e sperare che il nostro appello venga ascoltato. Deve essere seguito da decisioni pratiche ed esempi concreti.

Non c’è alternativa ad un’ampia cooperazione internazionale, paritaria e inclusiva. La diplomazia del business ha un ruolo importante in questo contesto. Tutti i Paesi, tutte le regioni del pianeta hanno ugualmente bisogno di tale cooperazione. Fino a poco tempo, tutti lo capivano molto bene, lo apprezzavano e lo sostenevano. Grazie a questa cooperazione, il G-20 è stato in grado di fermare in tempi relativamente brevi, seppur temporaneamente e con misure non strutturali, la crisi economica e finanziaria globale nel 2008. Ora tale cooperazione ha subito duri colpi. Con senso di responsabilità, occorre tornare alla fase precedente: è un imperativo assoluto. Invitiamo tutti i Paesi, tutti i popoli che desiderano un futuro comune, a unire gli sforzi per stabilire una più ampia coesione internazionale equa e inclusiva su obiettivi concreti: dialogo, non scontro; sviluppo, non decrescita.

A costo di infiniti sacrifici e perdite, numerose guerre e conflitti, come valore più alto dell’attività internazionale, l’umanità ha coniato la massima “pacta sunt servanda”, cioè i patti vanno rispettati. Il rispetto rigoroso di questa massima, l’adempimento obbligatorio dei contratti conclusi, la sacralità di queste parole consentono la creazione di una situazione di certezza del diritto, rispetto reciproco, fiducia reciproca. Senza di essi, senza l’inviolabilità della proprietà privata, la tutela dei principi di un’economia di mercato aperta, né progetti economici a lungo termine, né affari correnti, né pianificazione della vita umana è possibile. Chiediamo che prevalga il buon senso e che si abbandoni qualsiasi violazione dell’osservanza dei trattati internazionali, dell’esecuzione dei contratti conclusi e della proprietà privata.

Tutti concordano sul fatto che la persona, con i suoi interessi e le sue necessità, debbano essere posti al centro dello sviluppo economico. Tutti sostengono che il normale sviluppo economico dovrebbe andare di pari passo con lo sviluppo della personalità umana, spirituale, intellettuale, morale. Ma poco si sta facendo per raggiungere questo obiettivo epocale. Nella maggior parte dei casi vengono proclamati solo altisonanti slogan che rimangono senza seguito. Ciò non può più essere tollerato.

Chiediamo a tutti di unirsi a noi e mettere davanti alla diplomazia popolare, sociale, culturale e del business, l’interesse della persona umana. Il nostro obiettivo è che tale criterio sia di imprescindibile e preponderante nel momento in cui viene presa una qualche decisione politica, in particolare in questo momento storico che vede l’intero globo avviarsi verso uno scenario multipolare.

Organizzare a Baku il Forum Economico Eurasiatico di Verona è solo un primo passo, a cui farà seguito lo svolgimento in altre città della nostra “macroregione”. Baku, infatti, non è stata scelta a caso, perché si trova nel cuore dell’Eurasia. Per la sua cultura, le sue tradizioni, la sua storia e la sua geografia politica, Baku si colloca sia in Asia che in Europa. Per molti anni, l’Azerbaigian è riuscito a perseguire una politica multilaterale di cooperazione e interazione con vari Paesi e gruppi di Paesi appartenenti a sistemi politici e statuali diversi. Saremo guidati da queste stesse considerazioni nella scelta di altre sedi per il Forum che andrà nel fondo dell’Eurasia. Con tale impegno, intendiamo mobilitare un più ampio sostegno pubblico internazionale al nostro appello. Siamo certi che la Grande Eurasia abbia un enorme potenziale creativo. Il nostro compito comune è metterlo al servizio di uno sviluppo creativo pacifico del nostro Pianeta, superando vetuste, disastrose e divisive logiche egemoniche.

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