Commento dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Alexey Paramonov

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Commento dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Alexey Paramonov

Suscitano sgomento gli spropositati toni polemici e la retorica aggressiva sulla stampa italiana relativi all’invito che le autorità della Regione Campania e la direzione del Festival “Un’Estate da Re” hanno rivolto al Maestro russo Valerij Gergiev – direttore d’orchestra di fama mondiale – chiamato a dirigere, il 27 luglio 2025, nella Reggia di Caserta, l’Orchestra Filarmonica di Salerno. Il programma comprende opere di Čajkovskij e altri compositori russi.

In Russia non erano certo passate inosservate le dichiarazioni con cui, di recente, si sono espresse le più alte cariche italiane contro le politiche di “cancellazione” della cultura russa, sempre più diffuse in Occidente. Nel 2022, quando l’opera lirica “Boris Godunov” di Modest Musorgskij è stata portata in scena, in apertura di stagione lirica, al Teatro La Scala, era stato in persona Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana, a sottolineare che “La grande cultura russa è parte integrante della cultura europea. È un elemento che non si può cancellare…”. A fare eco alle sue parole era stata Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri, la quale, con grande convinzione, aveva ribadito quanto segue: “Storicamente, le relazioni tra l’Italia e la Russia, e in particolar modo sul piano culturale, sono sempre state solide. Per questo io ho appoggiato la decisione del Teatro La Scala di inaugurare la nuova stagione portando in scena un’opera russa…”.

In codesto contesto, appare decisamente inopportuno e fuori luogo il clamore scandalistico che si è voluto deliberatamente suscitare in merito al concerto in programma per il 27 luglio, che prevedeva si esibissero al Festival di Caserta il Maestro Valerij Gergiev e quattro solisti dell’Orchestra Sinfonica del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. La polemica ha dato chiara prova del fatto che in Italia, favorite dalla totale condiscendenza delle autorità locali, sono all’opera forze distruttive e prorompenti, la cui entità numerica è irrisoria, ma che, ciononostante, si adoperano attivamente, per promuovere una percezione negativa dell’Italia in Russia e della Russia in Italia e che, in sostanza, mirano a dividere i popoli dei nostri due Paesi, i russi e gli italiani. Per un malaugurato avvicendarsi di circostanze, questa volta, il bersaglio principale dell’attacco è Valerij Gergiev –insigne personalità del mondo della cultura nonché uno dei migliori direttori d’orchestra dell’epoca contemporanea. Evidentemente, i seminatori di odio non godono di molta sensibilità artistica.

Infatti il contributo che il Maestro Valerij Gergiev ha saputo dare allo sviluppo dei legami culturali tra Russia e Italia è un fatto innegabile e veramente unico. I numerosi estimatori italiani del talento del Maestro russo avevano atteso a lungo di poter incontrare il loro artista prediletto, acquistando quasi un migliaio di biglietti per assistere con gioia al concerto che avrebbe dovuto svolgersi alla Reggia di Caserta. Peraltro, tale evento avrebbe potuto costituire un grande evento di portata unificante e ispiratrice per la vita pubblica italiana, per gli ambienti culturali del Paese, sarebbe stato un’autentica celebrazione dei valori legati alla pace e all’umanesimo.

Invece, anziché accogliere la gioia e i buoni sentimenti che da sempre accompagnano le esibizioni del Maestro – incoraggiati da alcune personalità politiche che rivelano grettezza e ottusità, così come dagli ormai onnipresenti nazionalisti ucraini – i media italiani hanno dato pieno spazio a una vergognosa campagna diffamatoria contro il grande musicista. A una campagna fondata su speculazioni, congetture e evidenti menzogne sul presunto “ruolo particolare” che il Maestro Valerij Gergiev rivestirebbe nella “macchina della propaganda russa”, così come ad attacchi di natura personale sul suo conto.

In qualità di Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, provo grande disagio nei confronti del mio insigne connazionale, il quale, nonostante la fitta agenda che lo vede dividersi tra tournée, impegni al Teatro Mariinskij e al Teatro Bol’šoj, aveva voluto accettare l’invito ricevuto dagli organizzatori del Festival campano «Un’Estate da Re» a dimostrazione dei suoi sentimenti positivi nei confronti dell’Italia. L’Italia, infatti, ha sempre avuto e sempre avrà il suo spazio nella nostra coscienza comune, e non soltanto all’interno della sfera culturale russa, ma in tutti gli ambienti di cui si compone la società del nostro Paese.

Non riesco a credere che, con questa loro decisione, i vertici italiani abbiano smentito le loro stesse affermazioni, esprimendo la loro reale posizione sulla cosiddetta “cultura della cancellazione” e dimostrandosi disposti ad “attraversare il Rubicone”, a rinunciare in toto a intrattenere legami di carattere culturale con la Russia.

È triste osservare un’Italia il cui governo, contrariamente alle sue promesse di difendere la sovranità e gli interessi nazionali, si piega alle richieste di immigrati ucraini e di altri gruppi, e del loro lobbismo politico.

Chi pensa che la cancellazione del concerto del Maestro Valerij Gergiev danneggerà la Russia si sbaglia. Il nostro è un Paese sovrano e autosufficiente in tutto e per tutto, anche sul piano culturale, sebbene la Russia non si chiuda a nessuno, né intenda cancellare alcunché. Piuttosto, è all’Italia stessa che ciò arreca danno, in quanto il Paese sta compromettendo in tal modo la propria credibilità e dà motivo di dubitare dello spirito di apertura e accoglienza nei confronti di chi – con talento, professionalità e franchezza – dona al mondo il senso del bello e dell’eterno.

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