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Siria, gas e sanzioni: i nuovi accordi tra Mosca e Ankara

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Il Presidente russo Vladimir Putin, a sinistra, e il Presidente turco Tayyip Erdogan/ Fonte: Reuters

Siria, gas e sanzioni: i nuovi accordi tra Mosca e Ankara

Nuovo faccia a faccia tra i Presidenti di Russia e Turchia che, dopo la ripresa dei rapporti bilaterali, firmano importanti accordi, a partire dal Turkish Stream. Ecco i punti più importanti dell’incontro tra Putin ed Erdogan a Istanbul.

1 Il ritorno del Turkish Stream

Tra gli accordi più importanti siglati risulta quello per la costruzione del gasdotto Turkish Stream. Il progetto, che aveva mosso i primi passi nel 2014, avrebbe dovuto essere l’alternativa al South Stream. Ma per diverse ragioni (tra cui la rottura delle relazioni bilaterali dopo l’abbattimento del jet russo da parte della Turchia), la realizzazione del progetto era aveva subito una brusca frenata.

Nella riunione a Istanbul, Mosca e Ankara sono riuscite a portare a termine ciò che avevano iniziato, firmando un accordo intergovernativo. Di fatto i Paesi hanno trovato un punto d’incontro sulla riduzione del prezzo del gas per la Turchia.

Al termine della firma, Putin ha dichiarato che “in questo modo si compiono dei passi in avanti verso la realizzazione dei progetti del Presidente turco relativi alla costruzione di un grande centro energetico in questo Paese”.

2 Frutta e verdura turche di nuovo sugli scaffali russi

Un altro importante problema nell’ambito della cooperazione bilaterale era la questione del sollevamento delle sanzioni economiche unilaterali imposte da Mosca ad Ankara dopo l’abbattimento dell’aereo turco. Putin ha detto che la Russia ha deciso di consentire nuovamente l’ingresso dei prodotti alimentari turchi sul mercato russo. Secondo il capo del Cremlino si tratta di una decisione che andrà a beneficio di entrambi i Paesi. La svolta riguarderà i prodotti agricoli, compresa la frutta a nocciolo e gli agrumi. “In Russia non vengono coltivati questi prodotti e riteniamo che il loro ingresso nel mercato russo contribuisca a far abbassare i prezzi”, ha detto Putin.

Il mercato russo, ha aggiunto il leader del Cremlino, torna quindi “ad aprirsi ai nostri soci turchi”. Putin ha quindi ricordato che “il volume delle vendite dei prodotti turchi nel mercato russo l’anno scorso è stato pari a 500 milioni di dollari”.

Gli scambi commerciali con la Turchia. Fonte: Gaia Russo

3 L’operazione in Siria

Oltre alle questioni legate alla cooperazione economica, all’ordine del giorno c’era anche la crisi siriana. Sia per la Russia sia per la Turchia, il problema della Siria continua a essere uno dei punti prioritari per quanto riguarda la politica estera, poiché entrambi i Paesi sono coinvolti fisicamente nel conflitto. Mosca sta conducendo raid aerei contro i gerriglieri dello Stato islamico, mentre Ankara sta partecipando all’operazione “Scudo dell’Eufrate” nel nord della Siria.

La Turchia sta affrontando i curdi, che secondo Ankara avrebbero legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (organizzazione separatista riconosciuta come terroristica da Turchia, Usa e Unione Europea, ndr). Sicuramente esiste una divergenza considerevole tra le posizioni di Turchia e Russia: mentre Mosca appoggia il regime di Assad, bombardando i gruppi antigovernativi, la Turchia appoggia le forze di opposizione, definendo “terrorista” il regime di Assad.

“Russia e Turchia hanno accordato i termini dell’operazione “Scudo dell’Eufrate” durante la visita del Presidente Erdogan a San Pietroburgo ad agosto. E Mosca non ha dimostrato praticamente nessuna reazione all’operazione turca in Siria”, ha commentato Yurij Mavashev, direttore della sezione politica del Centro di Studi della Turchia contemporanea. Secondo l’esperto, tra Mosca e Ankara esisterebbe un tacito accordo: non interferire reciprocamente negli affari dell’altro Paese. Durante la visita di Putin, tale accordo sarebbe stato confermato e consolidato. “I politici e i mezzi di comunicazione turchi osservano in silenzio l’operazione russa ad Aleppo – dice Mavashev -. Sembra stiano rispettando un ordine: noi ad Aleppo non abbiamo nulla da fare perché la Russia ci ha lasciato il nord della Siria”.

Kerim Khas, esperto di politica eurasiatica dell’Organizzazione internazionale di Ricerca strategica, con sede ad Ankara, sostiene che “di fatto l’accordo concreto tra il Presidente Erdogan e Putin sulla crisi siriana è il prosieguo di un’agenda positiva e dei negoziati attraverso un meccanismo a tre, composto da contatti diretti ad alto livello tra i ministeri degli Esteri, gli Stati maggiori e i servizi segreti di entrambi i Paesi. La situazione ad Aleppo, la crisi umanitaria in Siria e la distinzione tra gruppi dell’opposizione e terroristi verranno discussi attraverso questo meccanismo”.

Ekaterina Chulkovskaya, RBTH

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